Istituto Tecnico Nautico Tomaso di Savoia Duca di Genova di Trieste
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Messaggio Da Sandro Lun Apr 09, 2012 4:56 pm

Le strade xe due:
o la spinta verso un cambiamento che devi esser prima de tutto nostro; quindi attraverso l'esempio, la parola e i fatti;

o la violenza che xe la più istintiva e tutto sommado anche la più facile ma che, la storia ne insegna, non fa che misciar le carte e poi alla fine l'asso de bastoni lo gavemo in cul sempre noi.

Me dispiasi non esser riva a vegnir su per el carso ma iero proprio in un mar de merda .... e non solo!

Buona Pasqua a tutti

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Messaggio Da Ciacio Mar Apr 10, 2012 9:04 pm

Caro Sandro,
mando un appunto sul giorno de pasquetta , per tì e per quei altri che non gà podù vignir.

A mezzogiorno la fam. Story gà imbarcà la fam. Ciacio sul torpedon che và col diesel della Shell.
Attraversamento del centro città con vista sulla più grande portacontenitori del mondo (gioia e pena del ns Peter) , arrivo de Daneu in quel de Opicina per raccoglier la fam. Cicio e la fam. Roby .
Baci , abbracci e subito via ..verso Ape col Vin , dove trovemo un tavolo già pronto con i posti giusti al posto giusto …quindi onore al merito per Sergio che gà prenotà senza fàr i soliti casini .

Avendo in tavola anche le compagne per la vita , i discorsi e i atteggiamenti iera paragonabili ad un ricevimento a Buckingham Palace.

Solo un lieve cedimento quando assieme a tutti i altri clienti gavemo cantà le ‘ Osterie ‘ associando ad ogni numero el nome de Voi assenti ,..grande successo quella de Paolin che….

Al momento del dessert , Fabio gà svodà un brignavec sulla putizza , rendendo inutile el povero dolce e impestando l’aria con un forte odor de muffa.
Tutto filava liscio fino all’annuncio de Sergio :

“ Sandro gà el scorbuto !
Lo gà infettà un salumèr de Bologna ! “

Gelo in sala , un’anziana coppia de Monfalcon paga el conto e fila de corsa senza ciòr el resto , el maître (che non sorridi mai ) scoppia in una ridada isterica , el can grosso e grasso sé metti a ululàr

Per fortuna Fabio ciàpa in màn la situazion e con grande sangue freddo el comincia un affascinante discorso che tranquillizza subito l’ambiente:
“ Zà savemo che Genio xè credulon , l’altro anno el iera convinto de avèr el Beri Beri e invezze iera un orzo nell’ocio , due anni fa el sé fazzeva curar per el Tifo Nero e con un’aspirina ghè xè passà el raffreddor …… senza contar quella volta della Febbre Gialla ….o quella del motorin che passa col rosso!
Non stemo a preoccuparse , sarà una semplice Sciolta…. per le troppe ore in macchina .”

Con queste parole Cicio rassicurava le consorti preoccupade per el nostro prossimo transito a Bologna .

Tutti più sereni , anche l’osto che gaveva beccà 38 euri de mancia dall’impressionabile coppia bisiaca.

Lassandose alle spalle Sgonico , puntatina a Lipiza e quindi una birra a Kozina dove Cicio ghè gà spiegà a Sergio un sistema per aggirar el limite dei 7 kg per el bagaglio a mano .
Probabilmente nel prossimo concistoro , Story ghè riporterà le modalità della fregatura a Jampa , suo complice naturale nella futura frode e credo che sarà esilarante esser presenti .

P.S.

Se non xè una Sciolta e sé tratta de vero Scorbuto , bisogna assumer vitamina A- B- C , in quantità massicce , tipo Amarone , Bonarda e Cabernet ( ancora meio se Sauvignon) forsi non tè guarirà , ma la pena sarà più gradevole.

Don’t worry ..daddy is here !



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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty BOLOGNA LA DOTTA

Messaggio Da Sandro Mer Apr 11, 2012 12:55 am

Mentre verzevo el computer me domendavo in quale post scriver un due pensieri che me buligava nella glava da quando son tornado de Bologna e come sempre el destin me xe vegnudo in aiuto con questa tua più che appropriata cronaca della giornada post-pasquale.

Premetto che quando Sergio me ga ciamado iera evidentemente appena sveio e, in questa condizion, conetti ancora meno de Br1 .... e xe za tuto dir.
In realtà non de scorbuto se trattava bensi de gastroenterite. Malanno virale dal decorso naturale della durata de 48 ore che lascia uno strascico dal colore e odore piutosto merdoso. Il consiglio del medico xe de evitar che dall'orifizio in entrata essi racco mentre dall'orifizio in uscita che vegni pur fora quel che dà. Podè ben capir la situazione che comunque non iera cussi grave come el buon oste e gli astanti delle api imbriaghe paventava.

Ok, ma tornemo a Bononiae, città strana ma molto interessante.
Città antipioggia con i sui 37 km de porticati che te fa provar tanta tenereza per quei quatro vucumprà che zerca de venderte un ombrela.
Città che ga dado i natali al papa Gregorio XIII che, per far in modo che la pasqua prima o poi non cascasi in estate, ga inventado el calendario tanto amado da Br1 e che go anche avudo el modo de veder nele sue prime forme.
Città piena de contradizioni, che se te vardi verso l'alto podessi esser Praga o Parigi ma che quando te abassi lo sguardo diventa Calcuta o Dakar.
Una città in una region retta, salvo un periodo DC nel '60 e una breve digression reazionaria dal sapore rivoluzinario nei giorni nostri, sempre dala sinistra ma intrisa de clero con cese, monasteri cattedrali e basiliche magnifiche e zeppe de meravigliose opere d'arte come la basilica de Santa Maria dei Servi o el monastero de Santo Stefano o la cattedrale de San Petronio con la più lunga meridiana del mondo (67 m.)
Una città ombelico della cultura e dell'arte che gha allevado cantanti, registi, scrittori che ga lassado el segno nel mondo e nella nostra anima; città che ora vivi de nostalgie e ricordi verso un passato che xe passado veramente e non se riproduci più.

Me piasi Bologna una città ormai crepuscolare, dove i Mac Donald e i piccoli supermercati indiani verti 24 ore su 24 prevali sulle betole e trattorie de una volta, dove a l'extracomunitario american se ga sostituido el magrebin o el senegalese ma che mantien il fascino dela sua storia e dove le persone, aldilà de ideologie, principi o dogmi, godi de quanto de bel ga intorno.

E po' co piovi non te se bagni nanca morto.



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Messaggio Da Ciacio Gio Apr 12, 2012 8:46 pm

Son felice che l’allarme ‘quarantena’ sia rientrà .

Gò letto volentieri la tua descrizion della città con le mortadelle.

Podessimo imbastìr una Guida come quelle che fa el T.C.I. o la Lonely Planet.
Grazie alle conoscenze personali , alla pratica sul posto e con indicazioni precise , podemo metter insieme una Nine Monkey Guide da far impallidir pubblicazioni con nomi ben più altisonanti.
Paesi come Tarvisio , Grado , Piran , Resia ..ecc. ecc. …trovassi el modo de esser conossùi più intimamente rivelando dei aspetti …inaspettati !

Credo che nel prossimo conclave sarà buona cosa metter la proposta de un novo topic all’ordine del giorno e vedemo se l’idea gaverà un seguito.

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Semo sicuri….. che non sìa scorbuto !?
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Messaggio Da Sandro Ven Apr 13, 2012 1:13 pm

Tranquillo, go solo avudo un piccolo rigurgitin de merda (dalla parte inferior naturalmente nonostante l'avverbio) ma a parte la spossatezza post parto sento solo la necessità de ricolorar el sangue con un po de rosso.

Comunque Bologna me ga da un altro spuntin celebrale, se vedi che la me piasi sai, per cui daccordissimo con la guida Mishwine ma una puntadina sui angeli la farò ancora, chissa che prima o poi non vinzo qualchecosa
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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty Dibattito sulla FEDE

Messaggio Da Sergio Mar Giu 12, 2012 7:30 pm

Prendete tempo per leggere. Ne vale davvero la pena. Fidatevi Smile

Professore: Tu sei un cristiano, figliolo?
Studente: Sì, signore.
Professore: Allora, credi in Dio?
Studente: Assolutamente, signore.
Professore: E Dio è buono?
Studente: Certo.
Professore: E Dio è onnipotente?
Studente: Sì..
Professore: Mio fratello è morto di cancro, anche se pregò Dio di guarirlo. La maggior parte di noi avrebbe cercato di aiutare gli altri che sono malati. Ma Dio non lo fece.E' davvero buono questo Dio? Hmm?

(Studente rimase in silenzio.)

Professore: Non è possibile rispondere..Ricominciamo la discussione mio giovane amico… E' Dio buono?
Studente: Sì.
Professore: Satana è buono?
Studente: No
Professore: Da dove viene Satana?
Studente: Da ... DIO ...
Professore: Esatto. Dimmi figlio, c'è il male in questo mondo?
Studente: Sì..
Professore: Il male è ovunque, non è vero? E Dio ha fatto tutto. Giusto?
Studente: Sì..
Professore: Allora, chi ha creato il male?

(Lo studente non ha risposto.)

Professore: C'è malattia? L'immoralità? Odio? La bruttezza? Tutte queste cose terribili esistono nel mondo, non è vero?
Studente: Sì, signore.
Professore: Allora, chi li ha creati?

(Studente non ha avuto risposta.)

Professore: La scienza dice che ci sono 5 Sensi che è possibile utilizzare per identificare e osservare il mondo intorno a te. Dimmi, figliolo, hai mai visto Dio?
Studente: No, signore.
Professore: Diteci se avete mai sentito il tuo Dio?
Studente: No, signore.
Professore: Avete mai percepito il tuo DIO, assaggiato il tuo Dio, annusato il tuo Dio?Avete mai avuto la percezione sensoriale di Dio?
Studente: No, signore. Temo di no.
Professore: Ma ancora credere in Lui?
Studente: Sì..
Professore: Secondo calcoli empirici, verificabili, dimostrabili, la scienza dice il vostro Dio non esiste. Che ne dici, figliolo?
Studente: Niente. Ho solo la mia fede.
Professore: Sì, la fede. E questo è il problema che ha la scienza.
Studente: Professore, c'è una cosa come il calore?
Professore: Sì..
Studente: E c'è una cosa come il freddo?
Professore: Sì..
Studente: No, signore. Non c'è.

(L'aula è diventato molto tranquilla con questa svolta degli eventi.)

Studente: Signore, è possibile avere un sacco di calore, ancora più calore, surriscaldamento, calore mega, calor bianco, un po 'di calore o di calore. Ma noi non abbiamo nulla chiamato freddo. Siamo in grado di raggiungere 458 gradi sotto lo zero, che non è il calore, ma non possiamo andare oltre. Non esiste una cosa come il freddo. Il freddo è solo una parola che usiamo per descrivere l'assenza di calore. Non possiamo misurare freddo. Il calore è energia. Il freddo non è l'opposto di calore, signore, è solo la sua assenza.

(Silenzio in aula.)

Studente: Che dire invece de buio, professore? C'è una cosa come le tenebre?
Professore: Sì.. Qual'è la notte se non c'è buio?
Studente: Ti sbaglia di nuovo, signore. L'oscurità è l'assenza di qualcosa. Si possono avere condizioni di scarsa illuminazione, la luce normale, luce intensa, luce lampeggiante. Ma se non avete la luce, non hai niente e la si chiama oscurità, non è vero? In realtà, non è oscurità. Se lo fosse, ben si sarebbe in grado di rendere più scura l'oscurità, non è vero?
Professore: Allora, qual è il punto, giovanotto?
Studente: Signore, il mio punto è che la sua premessa filosofica è difettosa.
Professore: Cosa? Puoi spiegare come?
Studente: Signore, si sta lavorando sulla premessa della dualità. Lei sostiene che ci sia vita e morte, un Dio buono e un Dio cattivo. Sta visualizzando il concetto di Dio come qualcosa di finito, qualcosa che possiamo misurare. Professore, la scienza non può spiegare neppure un pensiero. Si usa l'elettricità e il magnetismo, ma non ha mai visto, né tanto meno pienamente compreso uno dei due. Vedere la morte come il contrario della vita è essere ignoranti del fatto che la morte non può esistere come una cosa sostanziale.
La morte non è l'opposto della vita: solo l'assenza di essa. Ora mi dica, professore, non si insegna agli studenti che si sono evoluti da una scimmia?
Professore: Se lei si riferisce al processo evolutivo naturale, sì, certo.
Studente: Avete mai osservato l'evoluzione con i tuoi occhi, signore?
(Il professore scosse la testa con un sorriso, cominciando a capire dove stava andando l'argomento.)
Studente: Dal momento che nessuno ha mai osservato il processo di evoluzione al lavoro e dal momento che nessuno può neanche dimostrarlo come un processo realmente in atto, lei sta insegnando la sua opinione, signore! Lei non è uno scienziato, ma un predicatore,no?

(La classe era in subbuglio.)

Studente: C'è qualcuno in classe che abbia mai visto il cervello del professore?
(La classe scoppiò in una risata.)
Studente: C'è qualcuno qui che abbia mai sentito il cervello del professore, sentito, toccato o un odore vero? Nessuno sembra averlo fatto. Così, secondo le norme stabilite dalla scienza, basati sull'empirica, su qualcosa di dimostrabile, allora lei che non ha un cervello, signore. Con tutto il rispetto, signore, come possiamo allora fidarci delle sue lezioni?

(La stanza era silenziosa. Il professore guardò lo studente, il suo volto imperscrutabile.)

Professore: Credo si tratti di fede, figliolo.
Studente: ... Esattamente! Il legame tra l'uomo e Dio è la fede. Questo è tutto ciò che mantiene le cose vive e in movimento.

Post scriptum
Credo che abbiate goduto la conversazione. E se è così, probabilmente volete che i vostri amici / colleghi provino lo stesso, non è vero?

Condividi il post per aumentare la loro conoscenza ... o FEDE.

A proposito, lo studente era EINSTEIN.



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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty MA ANCHE QUESTO SEMPRE SULLA FEDE

Messaggio Da Sergio Mar Giu 12, 2012 7:32 pm

Fede e Fiducia

Fides, in entrambi i casi è l’etimologia più conosciuta. Ma la realtà è che le radici sono ancora più antiche. Affondano nel sanscrito, in cui il termine significa “Conoscere, Sapere”.

La fede come credenza cieca non ha alcun senso. Credere in qualcosa è un concetto del tutto iniquo, quando l’atto del credere deriva non dalla conoscenza, non da un sentire o da una risonanza interna, ma dalla mancanza di coraggio.

Si può credere a ciò che si sente, perchè in noi risuona. Si può credere ad un concetto perchè ne abbiamo realizzato l’essenza e si può credere a qualcuno perchè quello che dice in noi trova spazio e similitudine.

In tutti gli altri casi la fede cieca, acritica, acefalica, altro non è che l’abdicare ad altri la responsabilità di una vita che temiamo di vivere.

Su questo tipo di fede sono state costruite le crociate, sono stati commessi i più abominevoli crimini contro l’umanità e contro il pianeta stesso, mentre con la vera fede, con la vera fiducia, quelle connesse al cuore ed alla sua capacità di parlarci al di là delle stupide idiozie continuamente proposte dalla nostra mente, sono nati eroi, dei e poeti, guerrieri e re.

La fiducia segue le stesse sorti: che senso ha una fiducia valida fino a prova contraria? E che senso ha attribuire fiducia a fatti o, peggio ancora, a dicerie o esseri umani sulla base di condizioni e parametri dettati dalla mente?

Nessuno! Nessun senso può esistere in quella stupida fiducia di cui ormai si legge persino sulle carte dei Baci Perugina. La fiducia nata dalla mente è pronta a svanire più rapidamente di una scorreggia nella bora triestina!

Una fiducia che può cadere non è fiducia: è speranza. E ricade nella fede più cieca e stupida.

Certo che esiste la fiducia: è quella che nasce e non può più morire. E’ quella che ti permette di vivere nella più totale libertà perchè quando si instaura, brucia completamente qualsiasi possessività, qualunque gelosia, qualunque dubbio.

La vera fiducia non conosce dubbio e non conosce peccato perchè non nasce dalla mente, ma dal cuore.

Fede e fiducia conoscono solo una cosa: la libertà!


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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty QUINDI ????

Messaggio Da Sergio Mar Giu 12, 2012 7:36 pm

DE QUALSIASI ROBA E SU QUALSIASI ROBA XE UN MUCIO DE OPINIONI E TUTTE PAR GIUSTE E LEGITTIME FORSI LA VERITA' XE CHE L'ESSERE UMONA EL TROVA SEMPRE E IN TUTTI I CASI EL MODO DE DARSE RAGION E PER QUESTO FORSI SEMO CUSI' INCASINADI TUTTI.

per-plesso
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Messaggio Da Sandro Sab Lug 20, 2013 7:02 pm

Il problema del mezzogiorno è molto più complesso di quanto pensiate. Ha tre diversi aspetti, che sono le tre facce di una sola realtà, e che non possono essere intese né risolte separatamente.

Siamo anzitutto di fronte al coesistere di due civiltà diversissime, nessuna delle quali è in grado di assimilare l'altra. Campagna e città, civiltà precristiana e civiltà non più cristiana, stanno di fronte; e finché la seconda continuerà ad imporre alla prima la sua teocrazia statale, il dissidio continuerà. La guerra attuale, e quelle che verranno, sono in gran parte il risultato di questo dissidio secolare, giunto ora alla sua più intensa acutezza, e non soltanto in Italia. La civiltà contadina sarà sempre vinta, ma non si lascerà mai schiacciare del tutto, si conserverà sotto i veli della pazienza, per esplodere di tratto in tratto; e la crisi mortale si perpetuerà. Il brigantaggio, guerra contadina, ne è la prova: e quello del secolo scorso non sarà l'ultimo. Finché Roma governerà Matera, Matera sarà anarchica e disperata, e Roma disperata e tirannica.

Il secondo aspetto del problema è quello economico: è il problema della miseria. Quelle terre si sono andate progressivamente impoverendo; le foreste sono state tagliate, i fiumi si sono fatti torrenti, gli animali si sono diradati, invece degli alberi, dei prati e dei boschi, ci si è ostinati a coltivare il grano in terre inadatte. Non ci sono capitali, non c'è industria, non c'è risparmio, non ci sono scuole, l'emigrazione è diventata impossibile, le tasse sono insopportabili e sproporzionate: e dappertutto regna la malaria. Tutto ciò è in buona parte il risultato delle buone intenzioni e degli sforzi dello Stato, di uno Stato che non sarà mai quello dei contadini, e che per essi ha creato soltanto miseria e deserto.

 Infine c'è il lato sociale del problema. Si usa dire che il grande nemico è il latifondo, il grande proprietario; e certamente, là dove il latifondo esiste, esso è tutt'altro che una istituzione benefica. Ma se il grande proprietario, che sta a Napoli, a Roma, o a Palermo, è un nemico dei contadini, non è tuttavia il maggiore né il più gravoso. Egli almeno è lontano, e non pesa quotidianamente sulla vita di tutti. Il vero nemico, quello che impedisce ogni libertà e ogni possibilità di esistenza civile ai contadini, è la piccola borghesia dei paesi. È una classe degenerata, fisicamente e moralmente: incapace di adempiere la sua funzione, e che solo vive di piccole rapine e della tradizione imbastardita di un diritto feudale. Finché questa classe non sarà soppressa e sostituita non si potrà pensare di risolvere il problema meridionale.

(Cristo si è fermato a Eboli - Carlo Levi - Firenze dicemre 1943, luglio 1944)

Il libero pensiero è riconoscere e condividere le parole altrui aldilà e aldisopra dei simboli, dei galgiardetti, delle bandiere, delle esperienze, delle firme  e dei pregiudizi che etichettano tutti noi.

(Genio . Trieste 20 luglio ore 18.03, 20 luglio ore 18.05)
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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty Freud

Messaggio Da Sandro Dom Ago 18, 2013 11:25 pm

Gli amici ben informati sapevano che sarei partito per le ferie con l’intento di recuperare un po’ di quel piacere che la lettura di un buon libro mi regala sempre.
 
Questa sede mi sembra la più appropriata per raccontare, dal mio punto di vista, assolutamente modesto e personale, ciò che ho letto.
 
Incominciamo con un libricino interessante, scritto da una mia vecchia passione:
 
 HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 9788833902098

 
Tratta, come si evince già dal titolo, di uno studio sulle dinamiche psicologiche di una massa, di un gruppo, composto da singoli soggetti con diverse personalità e diversa estrazione sociale, culturale, ed esperienziale, ma che, se inseriti al suo interno, rispondono secondo dinamiche omogenee che Freud cerca di spiegare. Molto spesso, per confermare le sue tesi, chiama ad esempio ed analizza, strutture complesse quali la Chiesa e l’Esercito.
Dopo aver confutato e/o sottoscritto testi di altri studiosi  che argomentavano sullo stesso tema (Le Bon, Trotter, McDougal), Freud, confermando che l’esaltazione dell’affettività e l’abbassamento del livello intellettuale sono fenomeni che rappresentano le profonde trasformazioni che ogni singolo individuo subisce all’interno di un gruppo, non li giustifica con la "suggestione" (reciproca ed esercitata dal capo) bensì con la "libido", intesa  come energia collegata all’amore, nel suo senso più lato. L’amore che sempre esalta il senso di affetto ed attaccamento e sopprime la personalità di chi lo prova a favor di chi lo riceve.
Questo amore può avere uno sviluppo verticista (verso il capo) o orizzontale (verso gli altri componenti del gruppo). Nel secondo caso è meno forte e presente tra gruppi di persone,  ma ha caratteristiche particolari che quantomeno smentiscono la tesi/parabola di Shopenhauer sui porcospini e quindi porta ad una restrizione del narcisismo derivante da attaccamento libidico ad altri.
Successivamente Freud analizza i motivi per i quali si verifica questo attaccamento affettivo come l’identificazione (forma più primitiva di attaccamento affettivo, trasformazione regressiva in cui si ha l’introiezione delle qualità  dell’oggetto nell’io del soggetto, scoperta in se stessi di aspetti appartenenti ad altre persone appartenenti al gruppo).
Si passa poi ad analizzare altri aspetti che partecipano alla caratterizzazione di un gruppo, come "l’ipnosi", "l’istinto gregario" e "l’orda primitiva" per i cui approfondimenti rimando alla lettura del libro (per i più interessati). Il volume si conclude con lo studio dell’individuo all’interno di un gruppo attraverso l’analisi  delle dinamiche che contrappongono, uniscono e sostituiscono l’io e il suo ideale, presenti in ogni individuo.
 
Dire che leggere Freud è interessante mi sembra scontato, questo libro lo è anche se a volte dei passaggi tecnici risultano difficili e richiedono delle soste e delle riletture per comprenderne il significato; altri capitoli invece sono molto discorsivi e pieni di esempi, metafore e facili da comprendere anche per un profano come me.
 
Prima di concludere alcuni passaggi interessanti:
-         nell’orda primitiva un individuo dotato di una potenza straordinaria, predomina su una moltitudine di persone tra loro uguali. La psicologia di questo gruppo, quale noi la conosciamo in base alle descrizioni di cui abbiamo parlato tanto spesso, caratterizzata cioè dal venir meno della personalità cosciente e dall’orientamento delle idee e dei sentimenti di tutti in un’unica e uguale direzione, il predominio dell’affettività e della vita psichica inconscia, la tendenza all’immediata realizzazione delle intenzioni che possono sorgere, questa psicologia , dicevamo, corrisponde a una regressione verso un’attività psichica primitiva

e ancora
-         il capo dell’orda primitiva era libero. Anche isolatamente i sui atti intellettuali erano forti  e indipendenti, la sua volontà non aveva bisogno di essere rafforzata da quella degli altri. Perciò sembra logico dedurre che il suo io non fosse troppo limitato da legami libidici, che egli non amasse nessuno al di fuori di se stesso e che non pensasse agli altri se non nella misura in cui servivano alle soddisfazioni dei suoi bisogni. Ai primordi dell’umanità egli rappresentava quel Superuomo(*) la cui venuta Nietzsche attendeva solo in un lontano avvenire
 
(*) sia l’uomo di genio in quanto rifiuta di piegarsi alle norme livellatrici della morale comune nell’assoluta autonomia della sua opera creatrice, sia il tipo umano a questo corrispondente, prodotto di uno speciale processo di formazione e di educazione, capace di vivere affrancato dai concetti del bene e del male.
 
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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty Affascinante e concupiscente

Messaggio Da Ciacio Mar Ago 20, 2013 2:24 am


Lègger Genio xè sempre ‘ssài intrigante , specialmente quando l’amàlgama i pensieri dei filosofi marzi  con i propri  , sotto el sòl de agosto con temperature proibitive anche per un beduìn .

Ebbene , nonostante la calura  , Sandro gà estrapolà la sintesi della natura umana da un libro de Freud , riuscindo ad illuminarme sui motivi del mio morboso attaccamento a Tex Willer e a Sandokan!

Lassèmo stàr Schopenhauer con i porcospini che xè un’argomento sù cui  né erudirà certamente l’ormai sessantenne Peter , lassemo stàr Nietzsche che non xè mai stà una gran bella figura e che podessi vergognarse ancora adesso per certi comportamenti  , concentremose su quel che gà colpì el ns. pivot …......Freud  , quando el spiega dei rapporti degli inferiori con el capobranco .



Comincemo con Tex Willer :

 
Alto un metro e ottantacinque , razza bianca , fisico da medio-massimo , da sempre e per sempre quarantacinquenne , velocissimo nella lotta corpo a corpo , karatè , judò , kung fu , dedi nei oci e ancora più svelto con le pistole , el winchester e la dinamite.
Una certa rassomiglianza con un divo de Hollywood …quindi …belloccio .
Cosideremo anche la sua condiziòn sociale : ex fuorilegge , ranger del Texas , capo della naziòn Navajo ( Aquila della Notte) , ottimo cavallerizzo , vedovo , sempre pièn de soldi e mai imbriago .


Adesso andemo a vèder el branco :

Tiger Jack , indiàn con piuma sulla testa (America ..no India !) quindi razza pellerossa e zà quà…. el perdi punti .
Solo da qualche anno el sé esprimi in maniera comprensibile , el cavalca senza sella e ogni volta che i suoi amici và a bèver qualcossa , lui stà fora de guardia, un poco per spender de meno e un poco perché Tex sé vergogna de portarselo drìo .
Secondo mì , lui volessi tirase fora dalla banda e magari fàr el mangiatore di fuoco  , ma el legame de amor libidico e de iperstima verso el supertex lo obbliga a restar vizìn ad Aquila della Notte considerando che xè un gran culo viver alle spalle de cotanto eroe avendo l’epidermide amaranto.


Freccia Rossa , el capo dei Navajo che voleva fàr persutti con Tex ma lo gà risparmià perché sua fìa Lilyth gà notà un grosso rigonfiamento all’altezza dell’inguine del prigioniero e subito dopo averlo grazià…. sé lo gà sposà .
Quà ..non centra tanto Freud ,… magari forsi de più Nietzsche….., comunque xé la prova che per esser accettà dal gruppo (o parte di esso ) necessita un affàr de dimensioni notevoli  ...o che almeno sè fà notàr !



Kit Willer , erede del capobranco , sempre adolescente ma con i caratteri somatici del nonno rosso e del babbo bianco , un mistomare con l’abilità nella lotta e nell’uso delle armi quasi pari a Tex ma sempre due passi indrio …
El giovine non matura mai e quindi non raggiungerà in alcun modo le dimensioni del papà …e quà ..Freud ….non perdona  !


Kit Carson , l’unico della congrega che gà el vizio de inveciàr !
Da sempre el più anziàn del gruppo el segui le avventure con disagio e sofferenza , el suo sogno sarìa stàr in una casa de campagna su una sedia a dondolo
Personaggio distante da Freud e da Nietzsche , forsi più adatto a Schopenhauer , ma come già detto sù Schopenhauer non mè pronuncio .



Xè l’una , son reduce da una sortita in terra straniera e xè ora che mè metto in branda .



Sandokan lo riesumerò quando Sandro né parlerà de Siddharta

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Messaggio Da Sandro Gio Ago 22, 2013 12:45 am

La capacità de sintesi non xe mi stada una mia qualità (in realtà ne go ben poche ma non speta a mi esprimerme in 'sto senso, el mio ego ne rimarria distruto); inveze el padre eterno, buddha o allah ga assegnà questa dote al buon Giordano che dipingendo, con la solita maestria, i personaggi del lontano ovest ga sublimado quei quattro concetti che con grande difficoltà go zercà de raccontarve qui sopra.

Un intervento che completa el senso.

Non xe ancora l'una e son reduce da un gireto per far cagar el can (possibilmente davanti al porton de Luzzato Fegiz) ma non intendo approfondir el secondo testo che gavevo in mente (Lezioni spirituali per giovani samurai) in quanto merita un po più de impegno.

Siddharta lo lasserò per penultimo come se fa per i bocconi speciali quindi anche el buon Sandokan doverà aspettar.

Aggiungerò solo che "la dottrina Zen del vuoto mentale" xe illeggibile e come ga supposto Cicio, Suzuki iera meio che continuava a far motorette
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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty Mishima

Messaggio Da Sandro Ven Ago 23, 2013 12:36 am

Il primo libro letto nel ritiro ferragostano è stato: LEZIONI SPIRITUALI PER GIOVANI SAMURAI di Yukio Mishima.
 
 HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Copj170

 
Tale scelta era dovuta in quanto mi era stato consigliato da mio figlio il quale affermava, porgendomelo, di averlo letto e di averlo trovato interessante.
Ora, il fatto che lo stato del volumetto fosse intonso, lasciava pensare che le parole del prodigo non fossero propriamente rispondenti al vero, la lettura poi del contenuto ha confermato i dubbi; ciò nonostante l’amore filiale mi ha spinto a rispettare sia le sue dichiarazioni che l’impegno di leggerlo.
 
Forse i più attenti e pronti ricordano chi è stato Mishima. Uno dei più noti scrittori giapponesi, sia per i suoi scritti che per la vita che ha condotto. Definito da Moravia un conservatore decadente è considerato, molto  più banalmente, un nazionalista e fascista. Vive la sua maturità anagrafica e letteraria nel momento in cui (fine anni '60) i giovani di tutto il mondo si ribellano ad una cultura conservatrice, benpensante e bigotta mentre la sua nazione, il Giappone, non accenna a risollevarsi dal pantano in cui una macilenta cultura orientale l’ha gettato, dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale.
 
Chi ha avuto la fortuna o sfortuna di visitare quel paese, ancora oggi può percepire un senso di prostrazione che tutti i giapponesi sembrano avere nei confronti degli occidentali ed in particolare degli americani che in anni di “gestione e sottomissione del territorio” hanno lasciato più che evidenti tracce del loro passaggio, soprattutto genetiche.
 
Mishima vive questo stato con assoluto malessere; lui, scrittore, incolpa i suoi colleghi di non fare nulla per spingere i gipponesi verso quella rivolta che porti ad una nova dignità nazionale.

Nella prima parte del libro analizza la vita, la politica, l’arte, il galateo, l’abbigliamento e altri numerosi aspetti della società così come si sviluppano nel suo paese. È un’analisi cruda, spesso impietosa che evidenzia la rassegnazione del suo popolo, la incapacità del governo e la mollezza di una borghesia illuminata. Spesso paragona lo stato delle cose e i sentimenti dei suoi connazionali con l’epoca dei Samurai. Uomini fieri, senza paura della morte che anteponevano l’onore  a qualsiasi altro nobile sentimento. “Una spada da Samurai, una volta sguainata, non può essere rinfoderata senza aver ucciso, altrimenti la si offende”.

Nella seconda parte del volume Mishima scrive dei veri e propri trattati che individuano nella guerra e nello sport  gli unici ambiti in cui prende corpo “l’AZIONE”. Nello sport essa è fine a se stessa e si sublima nel gesto sportivo in cui edonismo e forza fisica si fondono per un godimento personale. Nella guerra invece l’azione trova, per lo scrittore, la sua più alta espressione nel gesto che precede la morte; morte raggiunta in nome della patria ed a salvaguardia del proprio onore.

L'autore non accetta il fatto che il suo paese possegga solo un “esercito di difesa” come imposto dalle forze alleate durante i trattati di pace sottoscritti dopo la fine della guerra. Con i soldi guadagnati dalla vendita dei suoi libri fonda un piccolo esercito di 100 giovani votati all'azione (Associazione degli Scudi) che riesce ad addestrare in strutture militari, durante frequenti stage, con il permesso dello stato maggiore dell’esercito.

Il libro si conclude con un  proclama; Mishima leggerà il testo in diretta televisiva dopo aver occupato, con un manipolo dei suoi più coraggiosi accoliti, il ministero della difesa e poco prima di aprirsi il ventre con una lama e farsi decapitare da un giovane membro dell’Associazione (tra l'altro amche suo amante), come nella più rigorosa e antica tradizione Samurai.
 
Un testo, dal mio punto di vista, strano, a volte delirante ma anche testimone del decadimento di una società (non solo giapponese) cieca e ottusa rispetto ai valori etici, e che ancor oggi non sembra aver raggiunto il fondo. L’universalità di parte dei contenuti va ricercata invece in alcuni concetti che, aldilà delle ideologie politiche e religiose, rappresentano , a mio avviso, la dottrina di ogni movimento integralista e terrorista che abbia preso corpo sulla faccia della terra.
 
Chissà se mio figlio l’ha letto veramente?
 
 
 


Ultima modifica di Sandro il Dom Ago 25, 2013 5:43 pm - modificato 8 volte.
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Messaggio Da Sandro Ven Ago 23, 2013 5:15 pm

giusto per rivar a 400

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Messaggio Da Ciacio Dom Ago 25, 2013 1:55 pm

 Gran bella gente !



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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty Suzuki - 197..e ciàppilo

Messaggio Da Ciacio Dom Ago 25, 2013 2:03 pm

 Incontro con fondamentalisti irlandesi dell'I.V.A. sul lago de Lecco


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HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Empty SIDDHARTA

Messaggio Da Sandro Sab Ago 31, 2013 2:07 am

 
 
 
 
È giunto il momento di parlare del libro che narra del piccolo Buddha, così come lo ama definire un caro amico.
Mi riferisco a SIDDHARTA di Hermann Hesse (1877 – 1962)
Due parole sull’autore. Il padre era un missionario pietista (branchia del protestantesimo che si oppone, anch’essa, ai dogmi della gerarchia ecclesiastica professando un approccio religioso di tipo interiore ed individuale proteso al misticismo e all’ascetismo), la madre, che era assistente del padre, gestiva anche una piccola casa editrice.
Già dall’infanzia manifesta una propensione all’instabilità psicologica ed una certa insofferenza verso la rigidità paterna.
Hesse ritiene che l’arte sia il mezzo più adatto per la ricerca interiore di se stessi. Influenzato da Nietzsche, dal romanticismo tedesco e dalle dottrine orientali (fondamentale fu un suo viaggio in India interrotto a causa di una potente dissenteria), si definisce un’asceta, mantiene un aristocratico distacco verso le esperienze politiche e sociali del periodo, rifiutandosi di schierarsi a favore di ogni forma di nazionalismo ma anche di pacifismo, riconosce e sostiene principi filosofici esistenzialisti che riconoscono e ricercano la presenza di Dio all’interno di ciascun individuo.
Vincerà il premio Nobel grazie soprattutto a quello che è considerato il suo capolavoro: “il gioco delle perle di vetro” (che mi riprometto di rileggere in un futuro prossimo). Spenderà gli ultimi anni della sua vita dipingendo acquarelli.
Era importante questo preambolo biografico per dare un motivo all’ortodossia con la quale l’autore tratta nel libro i temi religiosi e filosofici del buddismo; inoltre spiega il perché del grande successo che questo libro ha avuto tra i giovani, soprattutto della nostra generazione (io posseggo un’edizione del 1979 ed è la 21a ).

 HO LETTO, HO ASCOLTATO... - Pagina 12 Siddharta


Il libro narra del cammino che Siddharta percorre, nell'arco della sua vita, alla ricerca interiore del proprio Io, alla ricerca di se stesso, alla ricerca della pace, per prendere posto nell’Atman.
Figlio di uno dei più stimati Brahmini, ben presto diventa il più promettente dei suoi successori ma, ancora adolescente, si rende conto che la saggezza, la conoscenza, la scienza e la profondità di pensiero, acquisiti fino a quel momento, non avrebbero mai soddisfatto il suo desiderio di scoprire chi era realmente e che la sua vita ne sarebbe, da questo, sempre stata condizionata.
Decide di lasciare la propria casa natia per recarsi sui monti dai Shamana, asceti della montagna, che praticano la meditazione, il digiuno la resistenza, la levitazione dell’anima fuori dal corpo. Siddharta apprende con facilità l’arte di questi sacerdoti dell'anima, ma la meditazione, la pazienza e il digiuno non placano la sua sete.
È così che decide di lasciare anche i monaci della montagna e scende in città dove solitamente andava a chiedere l’elemosina, Li incontra Kamala, una raffinata e bellissima prostituta alla quale chiede di mostrargli i segreti della passione e dell’amore. Ben presto, spinto dalla donna, che in cambio dei suoi doni ne vuole altrettanti  e ben costosi, diviene un importante mercante; si dimentica di tutte le qualità e di tutte le sue conoscenze spirituali e si lascia avvolgere dalle spire del mondo materialista.
Gli anni passano e le sue esperienze di amante e mercante perdono quell’interesse e quel desiderio di ricerca che avevano spinto, l'allora giovane Siddharta,  a percorrere nuove strade. L’uomo, ormai maturo, si sente ingabbiato; è consapevole che neanche questo sentiero lo condurrà alla verità e così riprende il cammino lasciando Kamala, sua fedele amante, in attesa di un suo figlio. Incontra nuovamente un barcaiolo che l’aveva, anni prima, traghettato sull'altra sponda del fiume.
In lui trova un amico ed un maestro che gli insegna ad ascoltare la voce dell'acqua. Il fiume che si trova ovunque e in ogni istante: alle sorgenti, alla foce, alle cascate, alle rapide, nel mare, in montagna e lungo le sconfinate praterie. Nel fiume c’è solo presente, non c’è ombra di passato e neppure di avvenire.
Rivedrà suo figlio ormai giovinetto. Kamala, in punto di morte, glielo affiderà ma il loro rapporto sarà tormentato e il figlio lo abbandonerà così come lui aveva fatto con suo padre.
Siddharta diventa lui stesso barcaiolo e traghetta tra le sponde uomini e donne di ogni tipo; impara ad ascoltarli, impara ad ascoltare il fiume che gli parla e gli racconta ogni cosa; scopre che è il tempo la causa di ogni pena, di ogni tormento e di ogni paura e si lascia avvolgere dalle mille voci dell’acqua e in esse trova il tutto, l’unità, la perfezione.
È un libro dai mille richiami, c’è la metafora dell’uomo che è alla ricerca di se stesso, alla ricerca di risposte esistenziali e che può trovare solo nella spiritualità ciò che cerca e che nella materialità trova le sue gabbie. Ci sono le contraddizioni, i dubbi e le insoddisfazioni che, di li a pochi anni dalla morte dell’autore, muoveranno milioni di giovani verso la rivolta. Non è una coincidenza che sia nella vita che nel libro, Hesse esprima questo desiderio di ribellione verso l’autorità e le aspirazioni genitoriali.
C’è l’allegoria dell’acqua, il fiume, il mare, la vita. Chi, come noi, ha avuto la fortuna di sentirla, ci racconta che tutto è effimero e tutto è senza tempo, che la vita e la morte sono lì, uniti nello stesso elemento. L’acqua che è ovunque e sempre, l’acqua che è gran parte di noi, l’acqua che è ogni elemento.
Un piccolo passo che mi sembra significativo:
“Il mondo non è imperfetto, o impegnato i una lunga via verso la perfezione: no, è perfetto in ogni istante, ogni peccato porta già in se la grazia, tutti i bambini portano già in se la vecchiaia, tutti i lattanti la morte, tutti i morenti la vita eterna. Non è concesso all’uomo di scorgere a che punto della propria strada sia il suo simile: in briganti e giocatori d’azzardo si cela il Buddha, nel Brahmino può celarsi il brigante. La meditazione profonda consente la possibilità di abolire il tempo, di vedere in contemporaneità tutto ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà, e allora tutto è bene, tutto è pefetto, tutto è Brahama. Per questo a me par buono tutto ciò che esiste, la vita come la morte, il peccato come la santità, l’intelligenza come la stoltezza,  tutto dev’essere così, tutto richiede solamente il mio accordo, la mia buona volontà, la mia amorosa comprensione, e così per me tutto è bene, nulla mi può far male. Ho appreso nell’anima e nel  corpo che avevo molto bisogno del peccato, avevo bisogno della voluttà, dell’ambizione, della vanità, e avevo bisogno della più ignominiosa disperazione, per imparare la rinuncia a resistere, per imparare ad amare il mondo, per smettere di confrontarlo con un certo mondo immaginato, desiderato da me, con una specie di perfezione da me escogitata, ma per lasciarlo, invece, così com’è, e amarlo e appartenergli con gioia.”

Aggiungo dicendo che la vita dovrebbe essere un percorso verso una meta, l’importante non è il sapere quale essa sia, l’importante è sapere che c’è per cercare di raggiungerla

     

 
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